Che cos'è questa crisi ?
riflettiamo sul significato e sulla realtà dei fatti -
di Susanna De Maria
Ormai la parola crisi è la più utilizzata in
qualunque contesto e in qualunque situazione e ovunque risuonano correntemente
alcuni interrogativi: quanto durerà la
crisi ? si sta intravedendo la luce alla fine del tunnel ? come ci poniamo nei
confronti degli altri paesi in crisi ?
Sarà come quella del 2009 e quindi possiamo aspettarci che nel prossimo
anno ci sarà un recupero dell’economia ?
Ma vorrei che riflettessimo se davvero si tratta di
crisi oppure di qualcosa di profondamente diverso e non completamente
percepito.
Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad una vero
tracollo industriale e commerciale , ovunque , in qualunque settore e
indipendentemente dalla localizzazione geografica.
E’ fortemente aumentato il tasso di disoccupazione
soprattutto giovanile, migliaia di contratti a termine non saranno confermati e
persino Banche come INTESA SAN
PAOLO per la prima volta nella storia non
confermerà gli “apprendisti” con contratto triennale, per il prolungamento
dell’età pensionabile e quindi con una ingestibilità delle risorse e dei costi
complessivi .
Le grandi imprese sono in ginocchio, grandi
complessi industriali sono costretti a chiudere per varie motivazioni . il
costo troppo altro dell’energia in Italia dovuto all’esosità del costo del
carburante dovuto alla eccessiva tassazione, costo che tiene
lontano gli investitori esteri, impatto
ambientale non gestito, costo del lavoro, tasse, incapacità dei manager di
definire strategie e politiche aziendali innovative e alternative, la titubanza
ad investire in nuovi prodotti, processi, innovazione.
Nell’era della dipendenza dall’economia
globale, se ci riflettiamo con
chiarezza di intenti , forse risulta evidente che non si tratta di una crisi
come le alte già vissute nel passato,
che può essere recuperata dalla variabilità
dei mercati : si tratta di una
vera trasformazione sociale ed industriale.
In tutta l’Europa ma in particolare in Italia il
mercato dell’auto si è drammaticamente ridotto con un impatto violento
sull’indotto e sulle reti commerciali che si ritrovano , nel corso del 2012 ,
ad una riduzione del fatturato del 40/50 e ricorrono alla cassa integrazione
persino i venditori delle concessionari.
Dunque sta cambiando il nostro concetto di mobilità
. I produttori di auto puntano su nuovi modelli ibridi, a GPL e presto anche le
auto elettriche saranno abbordabili in termini di prezzo.
Stanno
tornando in auge le biciclette , ecologiche e non costose, è aumentato
l’utilizzo dei mezzi pubblici.
L’auto si cambia solo se costretti e per la prima
volta in decenni è crollato anche il mercato dell’usato.
La necessità di salvaguardare l’ambiente obbliga le
imprese a lavorare con nuovi materiali non inquinanti o riciclabili, ma con aumento dei costi , e
quindi devono ricercare altri recuperi ottimizzando le spese.
Il costo del lavoro e la rigidità nella gestione
dei contratti, la tassazione più alta d’Europa non stimolano gli
investimenti e lo sviluppo d’Impresa.
Il costo del trasporto su gomma aumentato a causa
dell’incredibile costo del carburante,
incide sul costo finale del prodotto e in alcuni casi anche sui
trasportatori che sono costretti a ridurre i prezzi per non perdere il lavoro,
non coprendo nemmeno più i costi vivi.
Calano i consumi in modo drastico e significativo,
e si compra solo il necessario. Negozi
ed attività commerciali stanno chiudendo. Lo vediamo percorrendo le vie
cittadine.
E’ l’era dei Coupon , dei buoni sconto, della pizza
e del parrucchiere acquistati online con riduzioni fino al 90%. Per potersi
ancora permettere, qualche volta, la spesa
futile.
Gli acquisti
vengono fatti per necessità e non
per sfizio o per moda.
Il consumismo che ha caratterizzato la fine del
secolo scorso sta lentamente svanendo , come una vecchia foto in bianco e nero
tenuta in un cassetto.
Le imprese per sopravvivere devono accettare queste
trasformazioni e ripensare la loro mission , ragion d’essere, capacità di
reinventarsi usando le competenze e le esperienze, favorendo la creatività, lavorando sulle opportunità di innovare e
accorpandosi nelle Reti di impresa per valutare come collaborare integrandosi e
integrando le conoscenze e i processi aziendali e industriali riducendo i costi
.
Dunque forse non è crisi . E’ qualcosa di più serio e definitivo. Ci
stiamo profondamente trasformando e prima lo capiamo e ci attrezziamo nei
confronti della trasformazione in atto oppure non ci sarà futuro.
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