L’importanza delle PMI in Europa e soprattutto in Italia è
statisticamente nota.
Il 94,8% del tessuto economico italiano è costituito da
imprese di piccole dimensioni con un numero di addetti inferiore a 10 unita. Il
numero medio di dipendenti, su un totale di quasi 4 milioni e mezzo di aziende
è meno di 4 lavoratori per impresa. Le PMI con meno di 10 dipendenti
coinvolgono il 47,8% della forza lavoro nazionale e generano il 31,9% del
valore aggiunto con preponderanza al Nord Italia.
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Struttura finanziaria debole
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Difficoltà nel ridimensionamento in quanto già
ridotti all’osso
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Nessun rating e forte dipendenza dal credito.
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Notevole difficoltà di accesso ai finanziamenti
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Difficoltà nell’acquisizione di nuovi clienti,
soprattutto nell’ambito di un mercato B2B.
Ma come si presenta l’Italia nel panorama Europeo durante
questa crisi che è la più grave degli ultimi decenni ?
- Negli ultimi 6 anni si registra una notevole perdita di competitività da parte delle PMI italiane soprattutto nei confronti degli altri paesi Europei ed Extraeuropei: Italia a -5,2% mentre la Germania è in crescita del 6%.
- il valore aggiunto e il fatturato per addetto calcolati sui dati italiani sono più bassi di quelli degli altri Stati UE
- La densita delle PMI Italiane è nettamente al di sopra della media europea
- le PMI italiane sono più indebitate delle altre PMI europee e sono altresì caratterizzate da una peggiore situazione di liquidità.
- estrema difficoltà nell’accesso al credito,
soprattutto bancario, in relazione all’aumento sia dei tassi di interesse sia
degli altri costi di finanziamento. Anche l’aumento delle richieste di garanzie
(quasi sempre reali) è un elemento particolarmente oneroso per le PMI, le
quali, a causa delle minori dimensioni, possono anche non disporre di strumenti
di garanzia adeguati.
Gli aspetti più problematici per le PMI sono sostanzialmente
riconducibili alla ricerca di opportuni mercati di sbocco (finding customers)
e alla possibilità di accedere al credito (access to finance e regulation).
Tutta l’Europa è attenta a questi fenomeni e vengono attuati
interventi Comunitari finalizzati sia al
sostegno della PMI sia a favorire la nascita di nuove realtà imprenditoriali.
Interventi che negli ultimi tempi sono sempre più rivolti
alle Start-up , al sostegno alle start-up innovative, ai sostegni all’innovazione
tecnologica e all'apertura verso i mercati esteri.
Fare rete per:
- Incrementare
la produttività e la competitività
- Condividere
conoscenze e competenze
- Sviluppare
maggiore potenzialità innovativa
- Conquistare
nuovi mercati e
internazionalizarsi
- Certificare
la qualità del proprio processo produttivo
- Razionalizzare i costi di gestione
Già dal 2011 Unioncamere e Confapi hanno stipulato un’alleanza
strategica per la diffusione delle reti di impresa impegnandosi anche nel sostegno
all’attività di validazione dei contratti di rete nella prospettiva di offrire
idonei strumenti di garanzia per la realizzazione di queste importanti forme di
aggregazione delle imprese.
Oggi, nel 2013 si sono raggiunti sviluppi di rilievo sia in
ambito della normativa che dell’accesso ai finanziamenti. Non è più necessario
un atto pubblico dal notaio per la costituzione della rete di impresa ma sono sufficienti
una scrittura privata autenticata, ovvero per atto firmato digitalmente
a norma dell’articolo 25 del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 826. Con la
registrazione possono avere un Fondo Patrimoniale Comune e un Organo comune.
Costituzione di rete in 4 modi: Contratto di rete, ATI, Contratti di Consorzio
e gruppo cooperativo paritetico.
E ultimo, ma non meno importante, la disponibilità di
Contributi attivi per le Reti di Impresa come:
· Bando Sostegno alle Reti di imprese della regione Lombardia con una dotazione finanziaria complessiva di 6
milioni di euro.
(E’ stato prorogato fino al 13/07/2013 ed è stato abrogato il
limite di 120 giorni della stipula del contratto di Rete come requisito di
Ammissione).
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